Cipresso dell'Arizona

Ultima modifica 22 aprile 2024

Nome comune: Cipresso dell'Arizona

Nome scientifico: Hesperocyparis arizonica (Greene) Bartel

E’ una conifera alta 15 – 20 m originaria della parte sudoccidentale degli Stati Uniti e nel Messico settentrionale, con chioma densa formata da corti rami che si dispongono in tutte le direzioni. La corteccia è bruno rossastra e con gli anni tende a squamarsi.

E’ stata introdotta in Europa agli inizi del 1900, dove viene utilizzata come pianta ornamentale e come specie forestale. Il cipresso dell’Arizona è più resistente alle basse temperature di altre specie di cipresso.

Il legno è durevole e profumato anche se poco pregiato. È una pianta rustica, cresce bene sui suoli asciutti e non risente della siccità. Viene inoltre utilizzata per la formazione di siepi frangivento, per i viali, nei cimiteri e per le linee di confine.

La pianta è comunemente ritenuta simbolo della mestizia, dell'austero raccoglimento, del ritiro in se stessi per la meditazione, per soffrire il dolore di affetti perduti e ricordi di persone scomparse.

La fortuna del cipresso come pianta medicamentosa è antichissima. Le prime tracce si ritrovano in un testo assiro databile intorno a 3500 anni fa, ma fu la diffusione dei testi di Dioscoride che ne trattavano ampiamente a rilanciare il suo impiego dal medioevo in poi.

La parte impiegata sono i frutti, quelle che potremmo chiamare le pigne del cipresso, meglio dette galbule. I principi attivi contenuti sono attivi sulle stasi venose e nelle tossi spasmodiche con dispnea.

 

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