Cipresso mediterraneo
Ultima modifica 22 aprile 2024
Nome comune: Cipresso mediterraneo
Nome scientifico: Cupressus sempervirens (L.)
Il cipresso mediterraneo è un albero sempreverde che raggiunge i 25 m, ma negli esemplari più vecchi può arrivare anche a 50 m. Originario del Mediterraneo Orientale e della Turchia, fu forse introdotto in Italia dai Fenici o dagli Etruschi.
Nell’antico Egitto si utilizzava esclusivamente legno di cipresso per costruire i sarcofagi, gli egiziani si servivano di oli essenziali, tra cui quello di cipresso, per imbalsamare i corpi dei defunti perche’ sapevano che esso era in grado di bloccare il processo di decomposizione.
Nell'Antica Grecia, una leggenda narra che Apollo s'innamorò perdutamente di un giovane, Ciparisso.
Ciparisso aveva per compagno un cervo, ma accadde che un giorno, mentre si esercitava con l'arco, il giovane uccise l'animale, colpendolo per errore.
Il ragazzo non sopportò il rimorso per la perdita del cervo e implorò gli dei per avere a sua volta la morte.
Apollo, commosso dal dolore dell'amato, lo trasformò in un albero, appunto il cipresso, che da allora è il simbolo del dolore, del lutto e dell'accesso all'eternità.
Così durevole, così incorruttibile, così affidabile che il Signore stesso ordinò a Noè nel Libro della Genesi: “Fatti un’arca di legno di cipresso”.
I persiani, adoratori del fuoco, ritenevano il cipresso pianta sacra da coltivare in prossimità dei templi: la sua forma slanciata ricordava, infatti, la fiamma.
Come pianta medicamentosa è nota fin dagli Assiri (3500 anni fa): le pigne del cipresso hanno principi attivi contro il ristagno venoso e la tosse.
Il suo legno molto duro è utilizzato per la costruzione di mobili in quanto il suo odore aromatico lo preserva dalle tarme, mentre un tempo era anche utilizzato per la costruzione delle navi.
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