Ippocastano
Ultima modifica 22 aprile 2024
Nome comune: Ippocastano
Nome scientifico: Aesculus hippocastanum (L.)
Originario dell'Europa orientale è stato introdotto a Vienna nel 1591. In Italia è diffuso in tutte le regioni, soprattutto in quelle centro-settentrionali, dalla pianura fino a 1200 metri di altitudine.
L'Ippocastano è caducifoglie e può arrivare a 25-30 metri di altezza, con una chioma che raggiunge anche gli 8-10 metri di diametro restando molto compatta.
Sono visitati dalle api, che ne raccolgono il polline rosso cremisi ed il nettare da cui producono un miele chiaro.
Il frutto è chiamato castagna matta. Ha un sapore amaro e sviluppa un odore molto sgradevole durante la cottura; è leggermente tossica quindi non commestibile.
In passato i frutti venivano utilizzati come mangime per animali e la corteccia era usata come febbrifugo.
In alcune zone d'Italia è ancora vivo l'uso di portare con sé una "castagna matta" come talismano contro il contagio delle malattie da raffreddamento.
Le sue proprietà medicinali erano note in Asia Minore già nell'antichità.
Le foglie si usano come impacchi tiepidi contro le piaghe, i geloni, i dolori reumatici e artritici.
L'ippocastano ha un effetto antinfiammatorio, vaso-protettore, lenitivo, migliora il drenaggio linfatico ed aumenta la pressione venosa.
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