Oleandro
Ultima modifica 22 aprile 2024
Nome comune: Oleandro
Nome scientifico: Nerium oleander (L.)
Arbusto sempreverde originario dell’Asia ma attualmente è naturalizzato in tutto il bacino del Mediterraneo e largamente usato a scopo decorativo. Si presenta sia come cespuglio che come piccolo albero e può raggiungere un’altezza di 4 metri.
L’oleandro cresce spontaneo soprattutto nel sud Italia e nei pressi dei corsi d’acqua ed è considerata una delle piante più tossiche della nostra penisola. Basti pensare che la pianta nella sua interezza (ad esclusione dei fiori) è velenosa per qualsiasi specie animale. Se la si ingerisce si manifestano sintomi come tachicardia, disturbi gastrici e disturbi del sistema nervoso centrale. L’assunzione può portare perfino alla morte.
Come molte delle piante velenose l‘oleandro ha una natura duplice. Secondo una leggenda medievale è proprio questa pianta ad esser germogliata dal bastone di San Giuseppe. Proprio per questo motivo, quindi, è considerata simbolo di buona fortuna. Plinio ci informa, inoltre, che l’oleandro ha la capacità di uccidere i serpenti e, se accostato agli animali selvatici, causa loro un intorpidimento.
Le lunghe foglie affilate di color verde intenso prevalentemente disposte a gruppi di tre simboleggiano l’Armonia dell’Universo. In Toscana e in Sicilia si usava coprire i defunti con i fiori dell’oleandro, sottolineandone il significato funerario.
Nel vocabolario ottocentesco d’amore l’oleandro simboleggiava la baldanza. Questa simbologia è, probabilmente, un retaggio della cultura greca che si ipotizza considerasse l’arbusto sotto la protezione della dea Afrodite. Attualmente è invece considerato il simbolo della diffidenza.